giovedì 17 dicembre 2009

Garlasco: giustizia non e' fatta

Non sappiamo se Alberto Stasi sia colpevole o no, di certo sappiamo che l'assassino di Chiara non e' stato (ancora) condannato.
Troppi errori nelle indagini, ma uno piu' grosso: fondarsi solo su dettagli "scientifici" e non sul movente e sulla personalità dei protagonisti della vicenda.
Anche in questo caso c'e' la paura di assumersi la propria responsabilita': si vuole che tutto sia demandabile ad altri, l'ideale e' che a decidere siano dei robots. Manca l'uomo.

lunedì 14 dicembre 2009

triste momento, quando si ride del pianto di altri

Mi colpisce che ci sia molta gente che ride del volto sanguinante di Berlusconi. E che grida allo scandalo per l'eccessivo spazio avuto sui media da tale vicenda ("ma sì, un po' di sangue dal naso"). E che assicura con la più assoluta e granitica certezza che si è trattato del gesto di un folle. Che assenza di onesta intellettuale, e di cuore.

domenica 15 novembre 2009

La questione del genere

Ci sono due prospettive da distinguere, riguardo alla cosiddetta questione “del genere”: una, più radicale, è la volontà di azzerare la oggettività della differenza di genere, l’altra, più circoscritta, si limita a chiedere che per alcuni esseri umani si valuti la possibilità di una insuperabile difficoltà a vivere (soddisfacentemente) la normale dimensione eterosessuale della vita affettiva.
Nel primo caso avremmo una contestazione radicale, profonda, strutturale dell’esistenza di una natura umana, oggettivamente data ed evidenziata nella differenza fisica; nel secondo caso avremmo, più modestamente, una richiesta di “comprensione” per una “eccezione”, limitata a un numero decisamente ridotto di esseri umani.
Nel primo caso nessun essere umano avrebbe un assetto sessuale già stabilito (per natura, anteriormente alla decisione della volontà), ma potrebbe scegliere, di volta in volta, come si sente, quale ruolo sessuale vuole assumere; avremmo allora, come ebbe a dire l’allora card. Ratzinger, una negazione del corpo, in base a una scelta ideologica antropocentrica di negazione violenta e radicale di ogni forma di dipendenza da tutto ciò che è altro dal proprio volere: dopo aver negato la dipendenza da Dio, si nega la propria dipendenza dal proprio stesso corpo; col risultato di essere “senza corpo”.

Da questa impostazione ideologica dovrebbe poter essere distinta una richiesta più pragmatica e limitata: non la negazione della differenza (e della sua naturalità e della sua bontà), ma la sofferta constatazione di essere portatore di una diversità, che si sa essere una eccezione non “esportabile”, non “propagandabile”, e che non chiede di diventare un modello generale, ma si accontenta di avere un piccolo spazio di accettazione in un mondo che si desidera resti, nella sua stragrande maggioranza, anzi nella sua quasi totalità, eterosessuale.


Nel primo caso siamo di fronte a una ideologia velenosa e potenzialmente corrosiva dell’intero assetto della società umana, nel secondo ci troveremmo di fronte a una richiesta che riguarderebbe su una porzione assolutamente marginale di esseri umani, stabilizzandosi, anche nel caso della più larga tolleranza legislativa e civile, su livelli percentuali inferiori, probabilmente, al 3%.


Nei confronti della prima impostazione è giusto avere una ferma condanna: si tratta di una visione evidentemente incompatibile con una sana antropologia; nel secondo caso qualche perplessità potrebbe forse essere lecita, nel senso che la scelta di lottare per impedire un comportamento, per quanto ritenuto moralmente illecito ma non nocivo a terzi, relativo a una esigua minoranza e non “contagioso”, apparirebbe, in un contesto pluralistico come l’attuale, poco comprensibile.

domenica 25 ottobre 2009

legale non equivale a legittimo

Le disavventure sessuali di Berlusconi e di Marrazzo evidenziano un dato: non basta la legalità di un atto a garantirne, presso il comune sentire della gente (quello che una volta si sarebbe detto il comune senso pudore) la legittimità morale.
Berlusconi, andando (se poi è andato) con delle prostitute non ha violato la legge; non c'è nulla di penalmente o civilmente rilevante nel suo comportamento. Eppure....
Marrazzo, andando con dei trans, non ha violato la legge; non c'è nulla di penalmente o civilmente rilevante nel suo comportamento. Eppure....

Morale della favola: non basta una legge per fare una mentalità.
Lo dovrebbero ricordare quei settori della gerarchia eccelsiastica che hanno fatto del controllo sulla attività legislativa la loro linea del Piave. Come se il passare o meno di una certa legge fosse il problema dei problemi.
E' invece evidente, e le vicende Berlusconi e Marrazzo lo hanno evidenziato, che non è così.

martedì 20 ottobre 2009

Islam e ora di religione

Due riflessioni:
  1. come già di recente accaduto sul caso Boffo, la Chiesa sull'ora di religione islamica, parla con due voci contrastanti: uno dice di sì (a nome "del Vaticano"), l'altro dice di no (Bagnasco); a chi credere? Ancora una volta: troppo interventismo nuoce. In questo caso genera confusione.
  2. sarebbe tempo di ripensare l'ora di religione; probabilmente nell'84 si è commesso un errore, rendendola 
a) facoltativa
b) in quanto ora non solo di conoscenza, ma anche di catechizzazione.
Forse andrebbe resa un'ora di insegnamento di contenuti, senza alcuna pretesa catachetica, obbligatoria, con voto e con contenuti definiti e seri, non come è attualmente un'ora buffonesca in cui parlare del più e del meno.

giovedì 15 ottobre 2009

bocciata la legge anti-omofobia

I fatti:

  • estate 2009: stillicidio di aggressioni contro gay e coppie gay, specie a Roma;
  • in seguito a tali fatti si muove uno schieramento bipartisan per realizzare una legge che tuteli i gay dalle violenze: la legge contro l'omofobia;
  • a ottobre la legge, concordata tra il ministro (PdL) Carfagna e esponenti dell'opposizione viene redatta in commissione e lì approvata da una larghissima maggioranza (PdL, Lega, PD, IdV);
  • 12 ott: alla vigilia del voto in aula alla Camera un alto prelato romano rilascia dichiarazioni che equiparano la legge anti-omofobia ad un attacco alla Chiesa;
  • 13 ott: contro ogni previsione, PdL e Lega approvano una eccezione di costituzionalità alla legge, presentata dall'UDC, che seguendo l'indicazione ecclesiastica si oppone strenuamente alla nuova legge; questa pertanto viene bocciata ad opera delle stesse forze, che solo un giorno prima in commissione, l'avevano approvata.

Considerazioni di primo livello:

  • la gerarchia ecclesiastica ha un grande potere di influenza sul Parlamento italiano;
  • questo potere viene usato per contrastare i cosiddetti diritti dei gay (i DICO prima, la legge contro la violenza adesso);
  • non viene invece usato per sensibilizzare al problema delle persecuzioni dei cristiani in molte parti del mondo;
  • e neanche per ridiscutere, ad esempio, in senso restrittivo, la 194.

Considerazioni di secondo livello:

  • I gays sono il pericolo numero uno al mondo? Ha senso paventare una dittatura mondiale delle lobbies gays?
  • Questa scelta della gerarchia ecclesiastica risulterà comprensibile alla maggior parte della gente? Renderà la Chiesa e il suo messaggio più apprezzabile? Crescerà il numero di gente disposta a muoversi in favore dei cristiani perseguitati?
Sono domande aperte...


La cristianofobia avanza: vero. Tragicamente vero.
[qui a destra si vedono dei cristiani indiani costretti alla fuga perché perseguitati]
Ma avanza grazie anche a scelte che rendono il Cristianesimo più antipatico del necessario. Come quella di cui stiamo parlando qui.

mercoledì 7 ottobre 2009

bocciato il lodo Alfano

Una decisione che amareggia. Perchè contro Berlusconi esiste da tempo un vero fumus persecutionis. E perchè l'Italia ha bisogno di una guida sicura, in tempi di crisi economica (e non solo).
Tuttavia lo stesso premier in questa ultima tornata di governo, non ha dimostrato la moderazione (pensiamo a Brunetta, col suo attacco contro i lavoratori statali) necessario a una leadership lungimirante ed equilibrata.
Auguriamo al premier di uscire bene da questo momemnto di aspra bufera, e gli consigliamo, da amici, una linea più capace di captare le esigenze di ampi settori della società e non solo di minoranze esagitate.

lunedì 21 settembre 2009

Voglia di grande centro?

Il card. Bagnasco ha detto due cose ieri:
1) la politica sia sobria (traduzione: Berlusconi non vada a puttane)
2) la Chiesa non si fa intimidire (traduzione: avete fatto fuori Boffo, ma non ci fermiamo lo stesso)
Ancora una volta, la scelta di entrare nell'agone politico, e a gamba tesa. Per contrastare il capo del governo e il suo schieramento, usando un argomento piuttosto squallido (l'attacco personale) con tono di sfida: vuoi forse farmi fuori come hai fatto fuori Boffo?
Che cosa c'è dietro questa linea? La difesa di valori? Ma quali? Se c'è uno schieramento che difende la vita e la famiglia e la libertà della Chiesa e le radici cristiane questo è il centro-destra (PdL e Lega).
Avevo sempre pensato che la CEI facesse politica per difendere (seppure maldestramente, spesso) dei valori; ora si sta facendo strada il dubbio che non sia vero piuttosto il contrario: il vertice della CEI (Ruini-Bagnasco) parla di valori per fare politica.
Esempio, col senno di poi, clamoroso, il Family Day: politica al servizio di valori, o valori strumento di un disegno politico? Pezzotta è andato da una parte ben precisa, non col PdL. E si parla con insistenza di una nuova DC o almeno di un grande centro, dove confluirebbero, con Pezzotta e Casini, da un lato Fini e dall'altro Rutelli.
E' questo che vuole l'attuale vertice CEI? Solo il futuro potrà dirlo. Però il sospetto viene...
Eh i bei tempi della DC. Già, peccato che
1) sotto la DC la società si è sempre più scristianizzata,
2) oggi è irrealistico pensare di rifare la DC.

Ma soprattutto c'è un problemino: tutto lascia intendere che il Papa non sia affatto daccordo con questo disegno. E con il Papa importanti settori dell'episcopato e della Chiesa.
Noi stiamo col Papa.