martedì 23 aprile 2013

politici e casta

Un errore dei grillini è negare che la politica sia una professione, in qualche modo come altre. Non ci si improvvisa professionisti: medici, avvocati, insegnanti, ingegneri: ci vuole formazione adeguata, tempo, impegno, maturazione.
Perché non dovrebbe essere così anche per la politica? Non ci si improvvisa politici. Invece Grillo manda allo sbaraglio gente assolutamente impreparata, in nome di quello che è stato chiamato chiunquismo: chiunque può fare qualunque cosa. Sbagliato!

lunedì 1 aprile 2013

M5S e pupulismi rivoluzionari già visti

Sono tante le analogie tra il grillismo e fenomeni pupulistico-rivoluzionari del passato: pensiamo al nazismo, o al comunismo.
In tutti e tre i casi (con Lenin, con Hitler e con Grillo) c'è alla base del successo della formula populista una situazione di grave crisi economica: il disastro della prima guerra mondiale, nel primo caso, quello della crisi del '29 nel secondo e l'attuale crisi innescata nel 2008 per Grillo. E ciò ovviamente non è un caso: quando la gente è disperata, perde facilmente il lume della ragione, perde la capacità di valutare in modo riflessivo ed equilibrato e si affida facilmente a parole d'ordine semplificatrici e a promesse demagogiche, cedendo anche alla tentazione di trovare facili capri espiatori (i capitalisti, per Lenin, il complotto demo-pluto-giudaico-massonico, per Hitler, la "casta", per Grillo, come se "mandarli tutti casa" fosse la soluzione di tutti i problemi).
Quando c'è una situazione di grave crisi si affacciano così ipotesi rivoluzionarie, il paziente gradualismo trova meno ascolto presso la gente. Ci si illude che si possa solo cambiare verso il meglio, perché "peggio di così -si crede- non potrebbe andare".
Eppure non è stato storicamente così: non nel caso della rivoluzione russa, ad esempio. La rivoluzione, pur cambiando tutto, non solo non risollevò l'economia russa, ma la fece precipitare verso un catastrofico aggravamento, con carestie che provocarono milioni di morti, finché Lenin dovette arrendersi e ripristinare per un po' l'economia di mercato, che aveva preteso di distruggere da subito e per sempre: fu la NEP.
Sembra essere stato così invece col nazismo, che ha in effetti risollevato l'economia della Germania, ma a) perché dimostrò realismo e non volle sovvertire le basi dell'economia tedesca, b) al prezzo comunque di trascinare la Germania nel disastro della seconda guerra mondiale.
Tutto ciò dovrebbe essere monito per chi ha votato Grillo: non illudiamoci che basti cambiare tutto per cambiare in meglio. Si può infatti cambiare anche in peggio.
Se quello che si vuole è dare un forte segnale di rinnovamento ai partiti, va bene, il messaggio dovrebbe essere stato recepito, ma non ci si spinga fino a distruggere il sistema democratico.
Se si vuole andare verso una democrazia maggiormente partecipativa, va bene, ma prima cerchiamo di uscire dalla crisi. A crisi risolta, solo allora ci potremo permettere il lusso di fare esperimenti politico-istituzionali. Adesso è il momento di avere i piedi saldamente per terra e di lavorare tutti insieme per allontanarsi dal baratro.